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ACQUISTI IN TUTTA ITALIA. I DOCUMENTI DI UN TURISTA FINISCONO NELLE MANI SBAGLIATE

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Quattro gli smartphone, telefonini di ultima generazione completi di oneroso contratto di gestione, comprati a suo nome in tutta Italia. Ecco com’è andata.

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Si è accorto della truffa commessa alle sue spalle grazie alle società di recupero crediti che, nella maggior parte dei casi, sono assillanti e petulanti ma che questa volta hanno fatto scoprire all’anziano villeggiante quanto stava succedendo a sua insaputa. Ora sui diversi episodi indagano i carabinieri della locale stazione, guidati dal luogotenente Giuseppe Serio.

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La vicenda prende le mosse da una chiamata telefonica effettuata da una società di recupero crediti ad un pensionato originario di Nardò ma che, qui nel Salento, trascorre solo le ferie. L’uomo risiede stabilmente nel Settentrione d’Italia. La donna al telefono, dunque, gli obiettava di non aver mai pagato una serie di acquisti ed utenze per oltre 500 euro a causa di fatture rimaste in sospeso e regolarmente intestate a lui. Si trattava di operazioni effettuate da ignoti a partire dall’estate del 2012 e quando l’uomo ha preteso copia dei documenti non pagati e che gli venivano contestati, ha riscontrato che la corrispondenza a lui indirizzata era stata artificiosamente inviata ad un indirizzo fittizio in via Roma. Dove lui non ha mai abitato né ha mai avuto un domicilio.

Un artificio, appunto, perché le lettere dei gestori di servizi e le richieste di pagamento finissero disperse. Dopo questa richiesta telefonica ne sono giunte altre in rapida successione da parte di società di recupero crediti per cui l’uomo ritiene che siano almeno quattro i telefoni e le utenze attivate a sua insaputa. Ma che cosa è accaduto nell’estate 2012? Il pensionato ha l’abitudine di conservare tutto ed ha ritrovato gli scontrini fotocopiati di quel periodo quando acquistò da un negozio di telefonia nel centro di Nardò (ora chiuso) una scheda sim per la navigazione col proprio tablet.

Probabilmente i suoi documenti di riconoscimento, forniti nell’occasione al commerciante e dai quali non risulta alcun legame con Nardò, sono poi finiti nelle mani sbagliate. Di qualcuno, cioè, che chissà come se ne è appropriato e ne ha approfittato per utilizzarli con finalità truffaldine. Magari approfittando proprio dei documenti di un ipotetico “turista” che mai sarebbe tornato a Nardò per reclamare quanto accaduto. Proprio da questi particolari sono partite le indagini dei militari della stazione neritina, anche per accertare se esiste un fenomeno “seriale” o se si tratta di un caso isolato.

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