ATTACCHI DI PANICO: RICONOSCERLI E CURARLI

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MANIERI

In questo periodo in cui siamo tutti più fragili e le nostre difese vacillano, sono sempre più numerose le richieste d’aiuto per la gestione degli episodi di panico.

L’attacco di panico è un disagio psicofisico molto frequente, caratterizzato da ansia e paura che sfociano in diverse manifestazioni somatiche. I dati statistici mostrano che circa il 2% della popolazione mondiale (soprattutto donne) sperimenta un attacco di panico almeno una volta nella vita.

Solo in Italia, 10 milioni di persone hanno chiesto aiuto per sintomi di panico almeno una volta, mentre quasi la metà soffre di un vero e proprio disturbo di panico.

Ma come riconoscere un attacco di panico?

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), l’attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio, che raggiunge il picco in pochi minuti (solitamente 5-10 minuti), periodo durante il quale si verificano 4 (o più) dei seguenti sintomi:

1. Palpitazioni, cardiopalmo, tachicardia
2. Sudorazione
3. Tremori fini o a grandi scosse
4. Dispnea o sensazione di soffocamento
5. Sensazione di asfissia
6. Dolore o fastidi al petto
7. Nausea o disturbi addominali
8. Sensazione di vertigine, di instabilità, di svenimento
9. Brividi o vampate di calore
10. Parestesie
11. Derealizzazione o depersonalizzazione
12. Paura di perdere il controllo e di impazzire
13. Paura di morire

L’attacco di panico può essere un fenomeno isolato, che compare in un momento particolarmente stressante o difficile. Se, al contrario, gli attacchi di panico sono frequenti, occorre valutare altre manifestazioni per assicurarsi della presenza o meno di un vero e proprio disturbo da attacchi di panico (DAP), che rientra nella categoria dei disturbi d’ansia.

Cosa fare quando sopraggiunge un AP?

In primo luogo, cercate di razionalizzare: l’attacco di panico non può avere conseguenze dannose. Non è pericoloso e non è un segno di pazzia, indipendentemente dall’intensità delle sensazioni provate. Durante un attacco di panico, il corpo reagisce come se fossimo in pericolo, rilasciando adrenalina e noradrenalina per prepararci a lottare contro un nemico o a fuggire per metterci in salvo. Questo processo induce un circolo vizioso che culmina con la sensazione che stia per accadere qualcosa di terribile e con un estremo senso di confusione.

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Il cuore del problema, in questo caso, è che durante una crisi di panico, il nostro sistema di allarme si attiva anche quando non è necessario, provocando un aumento del livello di attivazione fisiologica con la sensazione di perdere il controllo.

Per questo motivo, è opportuno prendere una pausa, rallentare il ritmo del respiro e dei pensieri, al fine di ristabilire il naturale ritmo del corpo.

È importante fare dei respiri lenti e profondi, contando mentalmente fino a tre mentre inspirate attraverso il naso e almeno fino a quattro mentre espirate attraverso la bocca. Continuate per qualche minuto, in attesa che anche i muscoli, gradualmente, rilascino le tensioni.

L’ansia conduce invariabilmente a una respirazione veloce e poco profonda, spesso inconsapevole. L’iperventilazione è una delle cause principali di molti sintomi legati all’ansia  (vertigini, confusione, intorpidimento o formicolio nelle mani e nei piedi, tremori e dolori muscolari).

Se è possibile, cominciate a camminare: questo può aiutare a smaltire l’eccesso di adrenalina che viene rilasciata quando sopraggiunge una crisi.

Cercate di occupare la mente con un compito che richieda concentrazione: focalizzare l’attenzione su qualcos altro vi aiuterà a distogliere la mente dai pensieri negativi che accompagnano un attacco di panico.

Sfruttate la vostra immaginazione per richiamare alla mente una scena o un’immagine rilassante: questo metodo può essere di sollievo, ispirare sentimenti di forza, motivare l’adozione di strategie adattive per superare la crisi.

È possibile che il panico insorga in conseguenza alla soppressione di un’altra forte emozione. Reprimere le emozioni, come rabbia o tristezza, può favorire l’insorgere di un attacco. Diventare più consapevoli dei sentimenti che si provano può aiutare a prevenirli. In questo caso, può essere di grande aiuto rivolgersi a un professionista della salute mentale, per imparare a riconoscere e gestire le emozioni represse e curare i sintomi ansiosi connessi al panico.

Attraverso tecniche cognitivo-comportamentali e tecniche esperenziali, è possibile fornire al paziente strumenti utili alla gestione temporanea della crisi e ad evitare che questa possa tornare, permettendo un graduale ritorno alla normalità.

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