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NARDÒ – SENSIBILITÀ AD INTERMITTENZA (E FORSE A CONVENIENZA)

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Confesso. Questa volta sono davvero sorpreso.

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Mai avrei immaginato che l’assenza di argomentazioni sui contenuti all’interno di un Consiglio Comunale avrebbe portato l’attuale maggioranza alla strumentalizzazione, la piú becera, vile, meschina e vigliacca, di frasi e parole che rappresentano la NORMALITÁ all’interno di un contraddittorio politico.

Quello che, dal profondo del cuore, mi è dispiaciuto è che a prestarsi a questa rivoltante mistificazione della realtá sia stata la Commissione Pari Opportunità, i cui componenti (ex candidati nelle liste di Mellone o appartenenti ad associazioni a lui vicine) sono sí solerti a scandalizzarsi per un mio ”repetita iuvant” ed un ”che vuoi”, salvo poi TAPPARSI LE ORECCHIE E BENDARSI GLI OCCHI al ”GLIELO FAI A TUA MADRE” rivolto nei miei confronti da parte del loro elegante sindaco che pretendeva di assumere, proprio attraverso quella frase, il ruolo del cavaliere a difesa dei diritti delle donne, invitandomi ripetutamente ed insistentemente ALLO SCONTRO FISICO.

Mi sorge spontaneo, dunque, il sospetto che le firmatarie di quel comunicato davvero ignorino, non certo per l’essere donne (è il caso di precisarlo a scanso di ogni tipo di equivoco), il significato del latinismo ‘REPETITA IUVANT’ (le cose ripetute portano giovamento) che credo c’entri con il sessismo come i cavoli a merenda.

”CHE VUOI”…..sarebbe l’altra offesa per la quale, tra l’altro, invitavo nell’immediato la Consigliera Cuppone, diretta interessata, a prendere la parola per spiegare quale punto del mio approccio le sarebbe dispiaciuto. E non l’ha fatto.

Un ‘che vuoi’ rivolto, tra l’altro, ad una persona, la Consigliera Cuppone, che conosco da lunga data e nei confronti della quale vi è stato sempre un reciproco approccio informale che non ha mai badato troppo alla forma, senza che nessuno dei due si offendesse per questo.

Troverei assai mortificante, d’altra parte, in una leale disputa politica, dover riservare un trattamento di favore al mio interlocutore solo perché donna. Un simile atteggiamento rappresenterebbe per me, infatti, la prima vera grave forma di discriminazione sessita.

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E se ‘REPETITA IUVANT’ e ‘CHE VUOI’ sarebbero frasi sessiste o irrispettose allora chiudiamoli i confronti politici.
Chiudiamo le aule del consiglio comunale.
Annulliamo i contraddittori, in ogni loro forma e sacrifichiamo la democrazia sull’altare dell’ ‘IMMUNITÁ femminile’.

Per fortuna, comunque, in quell’aula non ero da solo. In tanti, tra il pubblico presente, hanno sentito i miei interventi al microfono e fuori microfono, che sono udibili e documentati anche dalle registrazioni video.

Cosí come hanno assistito alle stucchevoli esibizioni del Sindaco che si lasciava andare, nei confronti del sottoscritto e del Consigliere Pierluigi Tarantino, in frasi del tipo ”LI ABBIAMO CACCIATI A CALCI NEL CULO” o alle INCURSIONI dell’Assessore CAPOTI che sbraitando sull’intervento del Consigliere Lorenzo Siciliano lo costringeva ad interrompersi.

Il tutto nella TOTALE INDIFFERENZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ANTONIO TONDO, garantista a INTERMITTENZA che in questi casi non ha sentito l’esigenza di CHIEDERE SCUSA A NOME DELL’ISTITUZIONE.

Questi, secondo i componenti della Commissione Pari Opportunità, non sarebbero pagine di ”ignoranza” (cito i loro stessi termini) da scrivere sul libro di quell’aula consiliare dal quale, evidentemente, hanno strcciato la pagina di quel famoso ”SEI FIGLIO DEL MALE ASSOLUTO” di marca Melloniana, che catapultò quell’aula sulle PAGINE DI CRONACA NAZIONALE!

Immagino, comunque, che i firmatari del comunicato saranno in grado di documentare, nelle sedi e dinanzi alle competenti autoritá presso le quali ho già CONFERITO MANDATO AL MIO LEGALE di fiducia di ricorrere a tutela della mia immagine, del mio decoro e del mio buon nome, in quale circostanza dalla mia bocca sarebbe uscita la letterale offesa ”sciocca” nei confronti dell’Assessore D’Ostuni ed i nomi ed i cognomi dei Colleghi Consiglieri che avrebbero riferito di miei presunti comportamenti scortesi e sessisti nel corso delle Commissioni, le cui sedute, al pari di quelle del Consiglio Comunale, sono tutte verbalizzate.

Non mi lascerò, infatti, trascinare nel fango in cui vorrebbero tirarmi al solo fine di delegittimarmi.
Chi mi conosce sa bene che non sarei mai capace di mancare di rispetto a nessuno, men che meno ad una donna, salvo che non si voglia far passare per mancanza di rispetto il diritto di parola, di espressione e di critica cui mai sarò disposto a rinunciare, nè al cospetto di una donna nè al cospetto di un uomo, da uomo LIBERO e contro ogni tentativo di CENSURA proveniente da una schierata commissione delle pari opportunità.

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