Le reliquie del Beato Pino Puglisi a Galatone: una storia di fede e legalità

184

La comunità di Galatone si è stretta in questi giorni per commemorare le Reliquie del Beato Don Pino Puglisi, parroco di un quartiere difficilissimo come quello di Brancaccio (quartiere di Palermo), ucciso da Cosa Nostra trent’anni fa e beatificato da Papa Francesco nel 2013. Nella giornata di ieri, 26 febbraio, le Reliquie sono state accolte sul sagrato della Parrocchia del Sacro Cuore e consegnate dalla Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori Grazia Pignatelli del comune di Torricella. Alla santa cerimonia hanno partecipato anche il segretario dell’associazione Città del SS. Crocifisso Giuseppe Semeraro, in rappresentanza del Presidente Aldo Luongo sindaco di Cuccaro Vetere, e dei rappresentanti istituzionali delle Comunità di San Giorgio jonico, di Monteroni di Lecce e di alcuni sindaci della Diocesi di Nardo Gallipoli.

Dopo la cerimonia, è seguita una solenne processione, per le vie cittadine, verso il Santuario del Crocifisso, dove le reliquie sono rimaste esposte alla venerazione della comunità per tutto il periodo di permanenza. A seguire, la Santa Messa presieduta dal Vescovo della Diocesi di Nardò-Gallipoli, Mons, Fernando Filograna. Dopo un breve excursus sulla vita di Don Pino Puglisi, il Vescovo Filograna ha elogiato le gesta di colui che si è sacrificato per difendere la comunità di Brancaccio dalle ingiustizie e nella lotta contro ogni forma di illegalità. Presto, il coraggioso martire di mafia è diventato un punto saldo di riferimento per la comunità palermitana: educando i giovani alla giustizia, al rispetto dei diritti e dei doveri, esortando cittadini e parrocchiali ad aderire alla cultura e alla pratica della legalità.

A fine Celebrazione Eucaristica, non è mancato il commento del Sindaco di Galatone Flavio Filoni: “Questo è, senza dubbio, un momento storico per questa città e per questa terra: questo evento rappresenta un’opportunità unica per la comunità di Galatone e per tutti coloro che desiderano riflettere sull’eredità di don Pino Puglisi laddove anche l’impegno religioso diventa ed è stato, come nel caso di Don Pino e di tanti sacerdoti, testimonianza di coraggio che ogni giorno accompagna le azioni nella lotta contro la mafia e ogni forma di illegalità. L’esempio e il martirio del beato don Pino Puglisi ci invitano alla riflessione, alla preghiera, alla devozione. E tutto ciò ha senso e compimento proprio nella misura in cui in questo momento ci  spinge anche all’azione, all’impegno, al cambiamento. L’insegnamento di don Pino non ci invita ad essere eroi. Tutt’altro. L’eredità del parroco di Brancaccio ci  sprona ad essere testimoni di speranza e costruttori di legalità attraverso i piccoli passi, i piccoli gesti, i piccoli segni.  Ci invita alla fermezza dei valori, ci invita a fare della legalità e della giustizia sociale la priorità della nostra quotidianità, dalla nostre piazze alle nostre case, dalle nostre scuole ai luoghi di lavoro. La legalità, più che dell’eroismo, ha bisogno del coraggio delle piccole azioni di ogni giorno. La straordinaria figura del beato don Pino parla infatti ai nostri cuori e alle nostre coscienze, ci richiama alla riflessione e all’azione. Ci richiama cioè, usando le parole del profeta di speranza don Tonino Bello, ad essere “non solo contemplativi ma anche contempl-attivi”. Se – continua il Sindaco Filoni – le reliquie di don Pino innescheranno percorsi di impegno e cambiamento in ognuno di noi, il passaggio delle spoglie del beato non sarà stato invano perché avrà fatto breccia nei nostri cuori e rivoluzionato davvero le nostre vite. Mettiamoci quindi all’opera, perché la legalità non si aspetta, ma si costruisce nelle piccole azioni di ogni giorno. Difendiamo quindi la pace e la cultura della vita  e diciamo no a chi semina violenza e morte, diciamo no alle logiche e agli atteggiamenti mafiosi, non pieghiamoci al cospetto dei soprusi, non voltiamoci dall’altra parte. Con questo auspicio accogliamo questo grande dono di speranza delle reliquie di don Pino Puglisi nella nostra comunità di Galatone”.