Carmiano – Sequestro preventivo e confisca di beni, operazione antimafia dei Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina

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Congelati rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 740 mila euro e sequestrato un fabbricato costituito da due immobili siti nel Comune di Carmiano (Le) oltre a due autovetture di grossa cilindrata: questo il bilancio dell’attività svolta questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, nel corso dell’esecuzione del decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce,  su  richiesta  della  locale  Direzione  Distrettuale  Antimafia.  Il provvedimento  è stato emesso  nei confronti di alcuni dei 37 soggetti arrestati lo scorso 6 novembre (28 finiti in carcere), nell’ambito  di  operazione  di  P.G.  per  associazione  a  delinquere  di  tipo  mafioso,  associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra, nonché di ordigni ad alto potenziale esplosivo, estorsione, numerosi danneggiamenti a seguito di incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Il  provvedimento  applicativo  della  misura  cautelare  reale,  muove  da  complessa  attività  info-investigativa patrimoniale eseguita dai militari dell’Arma, relativamente alla frangia della SCU retta dal boss Fernando Nocera che avrebbe fatto del narcotraffico terreno ineludibile di finanziamento del sodalizio mafioso. In particolare, alcuni compartecipi avrebbero incentrato la loro attività professionale, proprio sullo spaccio  di  sostanze  stupefacenti,  attraverso  il  quale  avrebbero  accumulato  una  considerevole ricchezza  e  possidenze  materiali  ed  immateriali,  tramite  investimenti  in  titoli  di  credito,  non svolgendo alcuna attività lavorativa né disponendo di forme alternative di remunerazione lecite e quindi in valore sproporzionato al reddito dichiarato. La disponibilità dei beni sequestrati è maturata in un presumibile contesto mafioso e di narcotraffico, come  evidenziato  dall’attività  d’indagine  svolta  dalla  DDA  di  Lecce,  proprio  per  effetto  della posizione ricoperta dagli stessi beneficiari presumibilmente in seno al sodalizio criminale, quali gangli essenziali e irrinunciabili. Le articolate indagini hanno lasciato emergere un presunto elevato tenore di vita che alcuni indagati avrebbero tenuto a dispetto della carenza di una stabile occupazione lavorativa. In considerazione di tale evidente sperequazione, si è ritenuto che gli stessi abbiano presumibilmente vissuto grazie a capitali la cui natura apparrebbe ingiustificabile e che potrebbe essere considerata provento di presunti delitti di narcotraffico, e pertanto suscettibile della misura ablativa eseguita dai Carabinieri.