Le elezioni regionali del 2020 hanno rappresentato, nella nostra Città, un momento emblematico che non è stato oggetto di giusta riflessione da parte degli addetti ai lavori. Michele Emiliano, “imperante”, con una moltitudine di liste trasformò la scheda elettorale in un lenzuolo.
In Puglia, però, si recò al voto solo il 56% degli elettori, mentre nella nostra Nardò andò al voto il 57,02% degli aventi diritto. Il 43% dei neretini, ovvero 12.716 persone, preferì disertare l’urna, nonostante vi fosse una rappresentatività di candidati consiglieri altissima, che mai si era vista dal 1970, anno di istituzione della Regione, fino a quel momento.
Una rappresentatività di candidati che abbracciava tutto l’arco istituzionale, per arrivare a toccare una parte significativa della società civile. Incominciando da Giulia Puglia, da sempre punta di diamante dell’attuale compagine amministrativa, per poi arrivare all’ex Vice Presidente della Provincia Paola Mita e all’ex assessore supersuffragato Giancarlo Marinaci, e concludere con tre esponenti importanti della società civile, ovvero la Dott.ssa Antonella Vergari, l’Avv. David Dell’Atti e l’ex direttore sanitario Dott. Bruno Falzea, esponente storico del locale PSDI.
Ma all’indomani del voto, nessuno comprese che mancò all’appello elettorale il 43% della Città. Ognuno festeggiò a modo proprio, mettendo in evidenza il risultato personale, senza avere contezza che quasi un neretino su due non avesse esercitato il diritto di voto.
Dal 2020 ad oggi, tante cose sono cambiate in peggio. La gente ha continuato a lanciare campanelli d’allarme che sono stati — e sono — sottovalutati dalla miseria umana che oggi regna sovrana in politica. La gente non va più a votare, e non solo a livello nazionale.
A Nardò, in occasione delle elezioni europee, vi è stata una non partecipazione al voto che esula dall’apparente disinteresse di campagna elettorale.
Ad ottobre, prepariamoci al peggio. La gente libera vede, probabilmente erroneamente, nell’astensione un modo di ribellione ad un sistema oligarchico che è diventato insostenibile.
Le migliori previsioni sono che ad ottobre, nella nostra Città, solo il 40% degli elettori, vale a dire 11.000 – 12.000 cittadini, escano da casa per andare a votare. E qui i conti non tornano: Mellone si attende dalla sua Nardò almeno 11.000 voti, il PD locale punta ad ottenere 2.000 voti per il suo candidato principale, altri candidati locali sperano in un risultato con il botto (un certo Alberto sta già lavorando palmo a palmo con un buon risultato), mentre altri esponenti politici stanno già pensando ai pacchetti di voti da dare ai candidati forestieri.
Tutto ciò pensando che ad ottobre la gente stia, in fila indiana, pronta a votare. Pochi illuminati hanno compreso la delusione che riceveranno.
Ad oggi, l’unico candidato certo alle Regionali in forza Fratelli d’Italia è l’avvocato e consigliere comunale Alberto Gatto, oppositore di Mellone.
“Pace e bene.”