
Fa sorridere il vittimismo di Pippi Mellone quando sostiene con un “virgolettato” riportato da alcuni giornali on line che la norma definita “anti-sindaci” sia stata fatta perchè qualcuno ha paura di lui.
Lo sanno anche i bambini che si tratta di una guerra interna al centrosinistra, prova ne sia il fatto che la norma, proposta intelligentemente dal consigliere regionale Paolo Pagliaro, è passata grazie ai voti dei franchi tiratori di area. Insomma si tratta di una guerra di posizione tutta interna alla maggioranza regionale, il resto sono chiacchiere.
D’altro canto, non ci sono dubbi sul fatto che Mellone continuerà a governare Nardò fino alla primavera del 2027, ma questo solo perché ovunque sia andato a mendicare una candidatura ha trovato le porte sbarrate.
Ormai da qualche tempo in tanti lo giudicano alquanto inaffidabile, e ci sarà un perchè se questo avviene.

Sostiene che non vuole condannare la Città di Nardò ad un lungo commissariamento ma la verità è che se si dimettesse entro lunedì 3 marzo si voterebbe nella prima finestra utile, quella di maggio 2025, con solo due mesi senza la figura di un sindaco.
Qualunque scelta diversa condannerebbe, questa si, la Città a dover subire dai 10 ai 14 mesi di commissariamento.
Votando in questa primavera, però, Mellone non potrebbe più tenere sotto scacco i suoi fedelissimi costringendoli a correre spasmodicamente in cerca di voti regionali per lui in quanto molti, una volta eletti, si renderebbero certamente indipendenti, figuriamoci chi resterebbe fuori dall’Aula consiliare. Sono noti infatti i tanti “mal di pancia”.

La riduzione del numero di consiglieri regionali da 50 a 40 fa paura a tutti, figuriamoci ai cani sciolti che non possono contare a pieno sugli apparati dei partiti. Mellone la smetta di raccontare bugie. Ha paura e si vede.
Se fossero vere le certezze che racconta sul suo peso elettorale, la candidatura alle regionali dovrebbe rappresentare una via scontata, per cui se così deve essere non condanni la nostra Città ad oltre 10 mesi di commissariamento e provi a salvare, se ci riesce, la sua amministrazione a maggio 2025.
Per fare ciò ci vorrebbero tuttavia coraggio ed altruismo.
Il presidente dei Liberi Popolari
Gianpiero Lupo