“MA QUINDI BERLUSCONI?”
–di Maria Chiara Calabrese-
La lunga permanenza di Silvio Berlusconi nella terapia intensiva del San Raffaele ha fatto parlare in molti.
Oceanica la folla dei suoi sostenitori al di fuori dell’ospedale , povera gente pronta a invocare divinità pur di vedere Silvio uscire vittorioso dalle aule dell’ospedale.
Piangono e pregano in televisione, i volti abbattuti di chi è abituato alla cagionevole salute del Presidente.
Ed è in momenti come questi che il popolo italiano è chiamato a svolgere il suo compito, deve rispondere alla domanda, deve sputare la sua sentenza: Berlusconi buono o Berlusconi cattivo ?
Ne salviamo la memoria?
Che peso avrà nella storia, ma soprattutto, quale ruolo occuperà ?
Ma a questa domanda sarà la storia, a tempo debito, a rispondere.
Ma la storia, diversa da Dio in fatto di perdono, non avrà clemenza.
Lieta, lo incollerà fra le sue pagine; giusta, gli darà un posto, un nome, una condanna o un’assoluzione.
E con la stessa non-clemenza con cui l’ha fatto lei, potremo giudicare anche noi Il Cavaliere.
Ne ammireremo le prodezze a scapito dei molti , le res gestae per i pochi o ne disprezzeremo le ambiguità, gli sbagli commessi?
Ma nel frattempo ci stringiamo al suo dolore, gli auguriamo la migliore guarigione e altri cent’anni.
Perché in politica non si é nemici, ma avversari.
A Silvio, che un posto nella storia se l’è preso a pieno diritto.