lele Manieri

In Puglia i formaggi migliori al mondo ma la produzione di latte rallenta per i costi di produzione

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Arriva l’invito a ‘bere più latte’ dal Tavolo Tecnico sulla sicurezza alimentare del ministero della Salute, mentre il caro energia e l’aumento esponenziale dei costi di produzione hanno messo sotto scacco le stalle in Puglia, dove è diminuita nel 2022 la produzione di latte del 4,62%, nonostante siano stabili i consumi con il 52,6% dei pugliesi che beve latte ed il 15,2% che mangia formaggi almeno una volta al giorno. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del CLAL che registra nel 2022 una diminuzione complessiva delle consegne di latte pugliese pari a 382.600 tonnellate, con un calo di 4,62 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Tra le indicazioni per una corretta alimentazione la relazione annuale di TaSin, pubblicata sul sito della Salute, mette al primo posto – aggiunge Coldiretti Puglia – il consumo di latte e yogurt, sfatando così quelle che l’associazione definisce “molte delle fake news che hanno allontanato i consumatori da un prodotto sano e naturale“. E’ stato stilato un vero e proprio decalogo per l’alimentazione quotidiana per spingere ad assumere un prodotto importante per garantire all’organismo un adeguato apporto di calcio indispensabile per la crescita ossea dei bambini, ma anche per la prevenzione dell’osteoporosi negli adulti e anziani.
E allora per prima cosa viene suggerito il consumo di tre porzioni tra latte e yogurt al giorno. Una porzione corrisponde a 125 grammi, con una tazza intera a colazione e uno yogurt come spuntino si raggiungono i quantitativi raccomandati Oltre al calcio contengono vitamina A, vitamine del gruppo B e altri sali minerali come fosforo, magnesio, zinco e selenio. Lo yogurt favorisce inoltre l’equilibrio della flora intestinale. Si può scegliere in un’ampia gamma di prodotti, tra latte fresco pastorizzato, fresco pastorizzato di alta qualità, pastorizzato, microfiltrato e a lunga conservazione, oltre ovviamente al latte crudo che va bollito. Poi la rassicurazione che il latte può essere bevuto a ogni età, perché è un alimento adeguato per bambini, adulti e anziani. Ben tollerato poi è lo yogurt. E infine la garanzia che calcio e fosforo presenti nei due prodotti sono facilmente assorbiti dall’organismo.

Va garantita la stabilità del settore lattiero – caseario che ha un’importanza per l’economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale – insiste Coldiretti Puglia – perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.

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In 3 anni in Puglia hanno già chiuso 266 stalle, con l’emergenza economica – denuncia Coldiretti Puglia – che mette a rischio la stabilità della rete zootecnica, importante non solo per l’economia ma perché ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.

Da difendere secondo la Coldiretti Puglia c’è un sistema composto da 2mila stalle da latte pugliesi che garantiscono una produzione di 108.000 tonnellate di latte che esprime un valore di oltre 130 milioni di euro e oltre 40.000 tonnellate di formaggi che alimenta una catena produttiva lattiero-casearia regionale, o di euro ed occupa oltre 6.000 persone fra occupati diretti e indotto con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale.

Una strage che apre peraltro le porte all’arrivo del cibo sintetico, dalla carne al pesce fino ai formaggi, dietro il quale si nascondono – evidenzia Coldiretti – i colossali interessi commerciali e speculativi che rappresenta una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta.

La chiusura di un’azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori. Per questo è necessario intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro, conclude Coldiretti sottolineando che occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.

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