PASOLINI, L’OMOSESSUALE IRRIVERENTE


di Maria Chiara Calabrese

Il 5 marzo del 1922, nel quartiere di Santo Stefano di Bologna, nasceva quello che è destinato a diventare l’intellettuale italiano più discusso di tutto il Novecento, secondo Moravia “ il più grande poeta civile di sinistra della letteratura italiana”: Pier Paolo Pasolini.
Il nome di Pasolini è molto conosciuto, abbiamo tutti l’impressione di conoscerlo bene, ma poi in realtà, ci basta fare i conti con le sue opere, per capire di non conoscerlo, o comprenderlo, affatto.


Pasolini fu il primo e forse l’unico intellettuale italiano che rivendicò pubblicamente la propria omosessualità, e lo fece in un’”Italietta” pudica e colma di perbenismo, quando il potere dominante era quello clerical-fascista e la sinistra non era da meno nella persecuzione dei “diversi”.
In Pasolini, grande trasgressivo, trasgressivo come prima lo erano stati Oscar Wilde o Jean Genet, è facile trovare il simbolo dell’alterità sessuale, dell’anticonformismo.
Ma fate attenzione, Pasolini non è un maledetto qualunque, appartiene a una categoria speciale di intellettuali, di quelli che sanno rendere inconsueto ciò che è familiare e fanno diventare problematico ciò che la gente da per scontato.
Nei mercati rionali mettevano cartelli con il suo nome sopra ai finocchi dei banchi di verdura e, entrando al cinema, la gente si allontanava, racconta Dacia Maraini “come fosse un appestato”.
E quando fu trovato morto, la sera del 2 novembre 1975, scambiato per un sacco della spazzatura, la stampa fece intendere che era stato ucciso dalla propria omosessualità, “vittima dei suoi vizi e delle sue manie”.
Ma è rimasto molto di più della figura artistica di Pasolini. È rimasto il suo grande patrimonio letterario, cinematografico e giornalistico, la sua critica particolare nei confronti del consumo capitalista ,dell’ omologazione di massa e uno sguardo lucido, a tratti cinico, sulla società contemporanea, di cui smontare tabù, dall’aborto all’omosessualità.
Vaga ancora tra noi, l’ombra di Pasolini, l’Omosessuale Irriverente.





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