Lecce. Casili (M5S) chiede audizione sulla gestione della posidonia derivante dalle attività di dragaggio della darsena di San Cataldo

Il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili ha depositato la richiesta di audizione  in commissione Ambiente sulla gestione della posidonia derivante dalle attività di dragaggio della darsena di San Cataldo. Nella richiesta si chiede di ascoltare l’Assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio;  il Dirigente della Sezione regionale Autorizzazioni Ambientali; Arpa Puglia; l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Lecce, il Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Lecce e i rappresentanti della Lega Navale e del Circolo Nautico della Marina di San Cataldo.

Nel 2015 è stato approvato dal Comune di Lecce il progetto di  ‘adeguamento funzionale e messa in sicurezza dell’attuale Darsena di San Cataldo e riqualificazione degli spazi contermini’ i cui lavori hanno subito numerosi rallentamenti. Il 17 dicembre 2021 con deliberazione della Giunta Comunale sono stati approvati gli atti della Perizia di Variante in corso d’opera che prevede principalmente un nuovo sistema di banchine per l’ormeggio dei natanti e il dragaggio parziale di circa mc. 2.600,00 del bacino con trasporto dei sedimenti presso discarica autorizzata, dell’importo complessivo pari ad € 3.433.091,91. Nonostante i tentativi messi in atto dall’Amministrazione Comunale per arrivare a soluzioni di gestione sostenibili dei sedimenti dragati anche attraverso un progetto che prevedeva l’immersione dei sedimenti estratti dal bacino, nel corso dell’iter di autorizzazione è stato necessario eseguire ulteriore analisi dei sedimenti, come richiesto da ARPA Puglia. Le analisi hanno evidenziato che la maggior parte dei sedimenti risultava in una classe che non permette l’immersione in mare, ai sensi del D.M. 173/2016. Di conseguenza, in accordo con Arpa, la posidonia è stata qualificata come rifiuto speciale non pericoloso. Tale classificazione di fatto esclude qualsiasi altra modalità di gestione della posidonia dragata prevedendo quale unica opzione lo smaltimento in discarica, con conseguente aggravio dei costi.

“La previsione di smaltire la posidonia in discarica, a seguito delle attività di caratterizzazione esclude la possibilità di riutilizzo della stessa tramite immersione o per la ricostituzione dunale. Nonostante i tentativi esperiti dall’amministrazione comunale – dichiara Casili – l’opzione dello smaltimento continua ad apparire poco opportuna sia dal punto di vista finanziario che ambientale. Come noto la posidonia consolida gli arenili, ostacola l’erosione costiera e conserva gli ecosistemi, pertanto la sua sottrazione dall’ambiente originario è un’opzione da evitare. Ho richiesto l’audizione – continua Casili – per approfondire la questione in tutti i suoi aspetti e avere da Arpa chiarimenti in merito alle valutazioni  condotte in sede di Conferenza di Servizi e uno specifico parere sulla migliore “opzione di gestione” della biomassa dragata. Ritengo poi importante conoscere nel dettaglio le analisi elaborate dal laboratorio di analisi accreditato e i fattori che hanno contribuito ad assegnare al sedimento analizzato il codice CER 16.03.06., avere chiarimenti in merito alle opzioni di trattamento e smaltimento previste per i sedimenti classificati con questo codice e conoscere quale sia l’impianto individuato per lo smaltimento del sedimento dragato. Vorrei inoltre comprendere quali iniziative si ritiene di adottare per garantire che l’esecuzione del dragaggio parziale non rischi di rendere inutile e inefficace l’intervento da attuarsi e, quindi, per assicurare la piena funzionalità della darsena al termine dei lavori. Infine, la seduta sarà utile anche per valutare quali azioni adottare in ambito regionale per permettere l’accesso ai finanziamenti regionali anche agli interventi come questo, che interessano un sito qualificato come darsena, in considerazione delle interlocuzioni già avviate dall’amministrazione comunale presso gli uffici competenti della Regione”.