IL 4 MARZO SI AVVICINA – LA LETTERA DI MAURIZIO MACCAGNANO

“Mi sono posto una domanda, e credo che come me in questi anni se la siano posta molti amici e compagni che hanno aderito e credono nelle idee, nei programmi e nell’azione del Movimento 5 stelle”.

“Mi sono posto una domanda, e credo che come me in questi anni se la siano posta molti amici e compagni che hanno aderito e credono nelle idee, nei programmi e nell’azione del Movimento 5 stelle”.

La domanda è la seguente:

può uno che proviene dal mondo del sindacalismo di base, alternativo alle confederazioni burocratizzate, degli ambienti dell’autorganizzazione, da una formazione politico-culturale da quadro dirigente, nelle vere scuole di partito che si richiamavano negli anni ’70 in modo autentico ed incontrovertibile alla sinistra del Pci, e poi della sinistra radicale che ha sempre criticato Pd e formazioni moderate del centro sinistra, può credere al programma e alle idee del M5Stelle?

Per rispondere a questa domanda ho bisogno di fare un’attenta, anche se breve e schematica, analisi.   

Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito, attoniti e sempre più irati, ad una specie di consegna delle armi da parte della sinistra al neo-liberismo e al capitalismo quello più selvaggio e dal volto disumano.

Una consegna delle armi da codardi, con una odiosa metamorfosi, un mutamento netto di programmi che introiettavano le leggi e le regole che ci avevano insegnato, invece, erano da combattere ed avversare.

Hanno svenduto la sanità pubblica, e lo stanno facendo ancora in queste ore con lista d’attesa sempre più lunghe, pronto soccorsi al collasso, perché ne sono rimasti pochi, ospedali ancora da chiudere, personale scarsissimo e servizi da esternalizzare, secondo il piano di Emiliano, servizi sanitari ancora da abbattere, accorpare e chiudere.  

E quel che è peggio lo fanno senza vergogna.

In questi ultimi 20 anni la sinistra al governo del paese ha massacrato lo stato sociale,demolito le pensioni d’anzianità con leggi di controriforma esecrabili, tanto che ci costringono a rimanere sul lavoro fino a 67 anni, e se non lo blocchiamo continueranno ad aumentare l’uscita dal lavoro.

Salvo far finta di offrirti di andare in pensione due anni prima, pensate con un prestito, da restituire, tipo strozzini, con soldi sempre nostri, dei contribuenti.  

Pensioni da fame, quando si riesce a raggiungerla, e pensionati in fila alle mense della caritas. Pensionati che sono costretti ad aiutare figli e nipoti, con le loro magre risorse, perché il lavoro è inesistente, nascosto dietro mille forme di contratti con dietro nero e sottopaga.

E quando ti fanno un contratto è con 400 eu al mese, e ti chiedo anche l’anima. Dall’altra parte c’è un piccolo imprenditore alle prese con leggi sul fisco che chiedono a lui di vendersi l’anima, per pagare contributi, iva ecc…

In questi ultimi 20 anni la sinistra negli esecutivi ha cancellato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori come se fosse uno strumento legislativo, quasi sia, marxista-leninista, che doveva essere annientato perché ricordava troppo gli anni delle lotte operaie, e del potere di controllo quasi in mano ai lavoratori, se mai lo fosse stato.   

Uno strumento pericoloso in mano ai sindacati, quando erano conflittuali, e giudici del lavoro, che spaventava troppo i moderati, e i santuari della finanza speculativa europea.

Non si dice, invece, che era una tutela reale del lavoro, sia contro i licenziamenti di massa delle grosse aziende, e un valido controllo per la discriminazione, e a legittima protezione contro chi non si schierava con il sindacato padronale. 

La sinistra ha sostituito, con forza, senza scioperi e manifestazioni di protesta sindacale, lo stato sociale, con le associazioni caritatevoli. Con disonorevole remissione da parte delle burocrazie sindacali, che hanno raggirato, in special modo la Cgil, le idee e le lotte dei Di Vittorio.    

E così anche questa fondamentale forma di diritto, di sostegno alle famiglie, dallo Stato democratico così come è uscito dalla nostra Carta costituzionale, è passata ignobilmente alle associazioni ed onlus che provvedono a dare assistenza, aiuto, conforto ai poveri, come negli anni ’40 all’epoca del ventennio.

 Resi poveri in questa spregevole condizione, grazie allo stesso Stato, che a questo punto ha rinnegato il valore e i principi ispiratori della stessa Carta.

Poveri, indigenti e bisognosi, che questo Stato considera, nei convegni, trattati, e conferenze, come se fossero categorie aliene, nate dal nulla, ma nello stesso tempo un fenomeno che va conservato e preservato, un regalo un dono e una manna dal cielo, perché attraverso i poveri sono aumentati a dismisura finanziamenti e progetti, in questo settore, che negli ultimi anni c’è entrato di tutto, mafie e spicciola criminalità locale.

Come può essere considerato tutto questo disfacimento, questo enorme bagaglio di nostri diritti, per colpa di una strana sinistra tutta italica che si permette di buttar via, il bambino e l’acqua sporca?

Valuto il tutto in un solo modo, così come descrisse molto bene10 anni fa, in un libro, Marco Revelli parlando di due destre che si contendono il potere, e in definitiva parlano lo stesso linguaggio e vogliono le stesse cose.  

In questo infelice panorama, di decadimento a tutti i livelli, ha fatto la sua comparsa, negli ultimi 7 e passa anni, un Movimento di cittadini, di persone comuni e non di politici di professione, che rimette al centro i temi classici del lavoro garantito e tutelato, che in primis difende la nostra Costituzione, che intende portare all’attenzione prima il cittadino con i suoi diritti, e poi le macchine, che valorizza la persona e vuole ridare dignità a quanti, in questi anni, gli è stato rubato un diritto al lavoro, alla pensione, all’assistenza. Ma che è più importante, rimette al centro al legalità.

E, pensate, questo Movimento parla di ridare al pubblico la sanità, la scuola e i servizi, quando invece la sinistra queste istituzioni democratiche le ha svendute e liquidate, snaturando e metamorfizzando lo stesso significato originario di sinistra, per inseguire follemente la destra sul suo terreno.

Adesso, riorna la domanda iniziale:

perché non dovrei credere al Movimento 5 Stelle, come strumento, attraverso il quale, che possa giungere a conquistare il governo di questo paese con presupposti e principi, sani, democraticamente legittimi per ridare fiducia alle genti, per restituire decoro a quanti, e sono milioni, l’hanno perso?

Non è strano nulla, se con la nostra valigia, sia pure ingombrante, di idee ed esperienze, confidiamo in questi ragazzi, e nei loro programmi.

Su tutto mi viene alla mente l’ex Presidente del Uruguay, un combattente come José ‘Pepe’ Mujica, che con un volantino in mano qualche giorno fa leggeva il programma del Movimento, e lo considera ottimo.

Grazie Direttore, se vorrà pubblicarlo.

Maurizio Maccagnano
Sindacalista dissidente