Dopo la ricezione di diverse denunce relative a furti nei supermercati della zona, al fine di poter impedire e reprimere questo fenomeno, gli agenti del Commissariato di Nardò hanno identificato tre persone responsabili di diversi furti nei supermercati.
Dopo la ricezione di diverse denunce relative a furti nei supermercati della zona, al fine di poter impedire e reprimere questo fenomeno, gli agenti del Commissariato di Nardò hanno identificato tre persone responsabili di diversi furti nei supermercati.
Tra i vari reati portati a segno dai tre, le indagini hanno accertato che gli stessi erano anche gli autori di quelli consumati in un noto supermercato di Nardò, il cui titolare dopo essersi accorto della mancanza di numerosa merce dall’interno degli scaffali del suo esercizio commerciale, tra cui numerose bottiglie di superalcolici di note etichette, ha formalizzato la denuncia presso il Commissariato P.S. di Nardò.
In un primo momento gli autori del furto sono rimasti sconosciuti.
Successivamente, grazie alla disamina di alcuni filmati riprodotti dal sistema di videosorveglianza a circuito chiuso presente in quell’esercizio commerciale, l’attenzione degli investigatori si è diretta verso il Comune di Casarano.
Minuziose analisi e riscontri hanno portato i poliziotti di Nardò a identificare gli autori del furto denunciato:
un terzetto organizzato nella consumazione di furti presso i supermercati, composto da tre soggetti dei quali una 51enne, un giovane di 23enne ed addirittura una ragazza 15enne tutti e tre di Casarano e non legati da vincoli di parentela.
I due maggiorenni sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario e la minore a quella del Tribunale per i Minorenni, per il reato di furto aggravato in concorso.
Nel corso dell’attività investigativa è emerso che i due maggiorenni erano degli specialisti in questo tipo di reato, mentre la ragazza probabilmente era in procinto di apprenderne le tecniche.
Emerge inoltre che non erano solo i superalcolici oggetto di attenzione ma anche alimentari e articoli per la casa, che la donna provvedeva a rivendere a “prezzo scontato”.