MARTEDÌ VIA ALLA DEMOLIZIONE DEL “NUOVO” PALAZZO DI CITTÀ

Sarà l’impresa Gesmundo di Bari (in regime di subappalto dalla Domus Costruzioni di Calimera) a eseguire l’intervento di demolizione del “nuovo” palazzo di città di via Incoronata, una celebre “incompiuta” del territorio la cui costruzione è stata avviata negli anni Settanta e non è mai stata completata.

Sarà l’impresa Gesmundo di Bari (in regime di subappalto dalla Domus Costruzioni di Calimera) a eseguire l’intervento di demolizione del “nuovo” palazzo di città di via Incoronata, una celebre “incompiuta” del territorio la cui costruzione è stata avviata negli anni Settanta e non è mai stata completata.

Martedì, 12 dicembre, il soggetto incaricato (una curiosità: è lo stesso che ha abbattuto Punta Perotti a Bari) darà il via alle operazioni sull’immobile, che oggi rappresenta un problema dal punto di vista ambientale e della sicurezza, oltre che un autentico “pugno nell’occhio” nel contesto urbano dell’area intorno alla chiesa dell’Incoronata. Il fabbricato, nella condizione in cui è stato abbandonato, è composto da due distinti corpi allo stato rustico di forma regolare, collegati da una passerella, privi di opere di finitura. Si sviluppa su tre piani e un livello seminterrato e occupa complessivamente oltre 1400 metri quadri. Il progetto di demolizione (che ha un costo di 92 mila euro) è stato redatto dall’architetto Elisabetta Ferrocino e dal geometra Salvatore Albanese.

Si tratta dell’inizio di un percorso di riqualificazione di tutta l’area, che dunque prenderà il via proprio con la cancellazione di una struttura che è ormai inutilizzabile e fatiscente e che una puntuale relazione tecnica dell’ingegnere Raffaele Dell’Anna ha stabilito inidonea dal punto di vista statico, indicando chiaramente la non economicità di qualunque azione tesa all’adeguamento e al recupero.

“Cancelliamo un simbolo clamoroso di spreco di soldi pubblici e inefficienza – spiega il sindaco Pippi Mellonee inauguriamo un percorso di riqualificazione dell’area che vedrà sorgere su questo terreno un parco verde fruibile da tutti. È come se tagliassimo per sempre il malinconico filo che lega la nostra città a una politica incapace e dissipatrice e a un’epoca che ha penalizzato Nardò sino ai nostri giorni. Era un obiettivo caratterizzante del nostro programma elettorale prima e della nostra azione di governo poi, averlo centrato a solo un anno e mezzo dall’insediamento è un grande motivo di orgoglio. Per decenni il tema del “nuovo” palazzo di città ha occupato trasversalmente i programmi elettorali di tutti e lì è rimasto tristemente. Avanti tutta dunque su una città moderna e finalmente libera dagli scheletri del passato, in ogni senso”.