PERCHÉ IL COMUNE HA MANTENUTO UN ORGANISMO PARTECIPATO IN PERDITA?

La Corte dei Conti regionale, con delibera n. 145/2017 trasmessa ieri al Comune di Nardò, si è espressa sulle criticità del rendiconto 2014, confermando alcune violazioni di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione. Si tratta di criticità su cui l’attuale amministrazione comunale ha fornito adeguati chiarimenti attraverso memorie illustrative e altra documentazione nel corso dell’adunanza dello scorso 5 ottobre o per le quali, laddove oggettivamente ancora possibile, ha proceduto ai correttivi richiesti.

La Corte dei Conti regionale, con delibera n. 145/2017 trasmessa ieri al Comune di Nardò, si è espressa sulle criticità del rendiconto 2014, confermando alcune violazioni di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione. Si tratta di criticità su cui l’attuale amministrazione comunale ha fornito adeguati chiarimenti attraverso memorie illustrative e altra documentazione nel corso dell’adunanza dello scorso 5 ottobre o per le quali, laddove oggettivamente ancora possibile, ha proceduto ai correttivi richiesti.

Una criticità particolarmente significativa che la Corte dei Conti ha rilevato è quella del mantenimento nell’esercizio in esame di un organismo partecipato in perdita, cioè la Farmacia Comunale, che ha riportato perdite nel 2011 (quasi 12 mila euro) e nel 2014 (circa 16 mila e 700 euro). La Corte ha chiesto le ragioni del mantenimento della partecipazione. L’ente ha riferito di aver avviato di recente l’iter per l’alienazione della quota sociale e la Corte ha preso atto di questa decisione.

“Informeremo nel dettaglio il Consiglio comunale dell’evolversi di questa situazione – fa sapere l’assessore alle Finanze Gianpiero Lupoma è importante sottolineare come questa vicenda contabile, oltre a fornire una visione illuminante sulla gestione finanziaria degli anni scorsi, confermi la bontà della nostra decisione di vendere la quota pubblica della Farmacia Comunale. Mi pare chiaro che gli esigui utili degli ultimi esercizi riescano appena a coprire le perdite degli anni precedenti, dimostrando l’incerta sostenibilità nel tempo della società. Senza dimenticare che il passivo più importante è stato coperto dalla parte privata. Direi che invece che continuare a sostenere questo gioco dai vantaggi dubbi e indeterminati, è certamente più responsabile e proficuo vendere la quota di proprietà dell’ente e riutilizzare immediatamente in servizi per i cittadini le risorse ricavate. Garantendo un miglior servizio al territorio attraverso una gestione privata che garantisca l’effettiva concorrenza tra gli esercizi farmaceutici”.