MELLONE: SPRECARE IL DIBATTITO SULLO “IUS SOLI” E’ UN PECCATO MORTALE. RIPRENDIAMOCI IL FUTURO

Il dibattito nazionale sullo Ius Soli si sta incartando in una incandescente polemica tra partiti politici orfani di idee, proposte e contenuti. Questa politica sterile, che parla alla pance non riuscendo a parlare alle teste, ha perso il proprio ruolo di guida.

Per questo invito i sindaci, che vivono le città e i problemi quotidiani delle persone, a prendere in mano il dibattito. Un appello che faccio anche al Sindaco di Puglia, Michele Emiliano. Sono convinto che in Italia non abbiamo bisogno di spargere ulteriore preoccupazione ed odio. In Italia abbiamo bisogno di dare risposte concrete agli italiani. Ed anche agli “italiani di fatto” e ai cittadini senza cittadinanza. Non possiamo più mantenere queste persone in un limbo senza passato e senza futuro. Ravanare nella legittima preoccupazione delle persone, legata alla presenza di irregolari o agli sbarchi senza controllo sulle nostre coste, serve solo ad alimentare il consenso di chi pensa esclusivamente alla propria poltrona. Fare politica in questo modo significa scaricare sulle giovani generazioni la propria incapacità di offrire risposte concrete, di guardare oltre, di vedere il futuro. 

Il combinato disposto tra la politica dell’odio e la cattiva informazione, sempre più piegata al business della paura e della cattiva politica, sta minando il futuro dell’Italia, attraverso la semina della malapianta del razzismo. Un razzismo che sta infestando la struttura sociale del nostro Paese. Alimentare covi di rancore e di ingiustizia, soprattutto tra chi “ha l’Italia nel cuore”, ovvero tra chi si sente al 100% italiano o coltiva in se la doppia cittadinanza, è un tradimento ed è profondamente miope.
Basterebbe pensare alla lucidità con la quale politici come Rauti o Craxi leggevano, già trent’anni fa, il futuro di questo fenomeno, sforzandosi di formulare soluzioni e proposte, per rendersi conto del livello infimo del dibattito odierno. Oppure basterebbe richiamare la determinazione con la quale il già missino Fabio Granata, nel 2011, delineò una nuova idea di nazione, da intendere come patrimonio che cresce e si rinnova nell’impegno dei cittadini, e confrontare tutti questo dibattito con l’aridità politica delle discussioni odierne, costruite esclusivamente contro i migranti neri, per rendersi conto del baratro nel quale la politica sta precipitando.
Siamo di fronte ad un’occasione sprecata, ad una mancanza di lungimiranza che ci riporta alla mente le campagne d’odio perpetrate per decenni contro i cittadini meridionali. Negare il futuro ai meridionali non è servito a far crescere l’Italia. Negare il futuro agli “italiani di fatto” non servirà a dare più diritti agli altri italiani. Riprendiamoci il futuro!